Beni esclusi dalla comunione legale

beni escliusi dalla comunione legale

In caso di separazione, in regime di comunione legale, i coniugi saranno tenuti a dividersi equamente i beni familiari, ovvero quei beni acquistati o acquisiti durante il matrimonio da ciascuno di essi o da entrambi congiuntamente.
È bene chiarire che restano prima di tutto ed in ogni caso esclusi dalla comunione quei beni che erano di proprietà di uno dei coniugi prima del matrimonio.

L’art. 179 del Codice Civile prevede altre eccezioni, elencando specifiche ipotesi in cui determinati beni restano in ogni caso al di fuori dalla comunione, malgrado siano stati acquistati durante il matrimonio.

Sono beni esclusi dalla comunione legale:
– i beni di proprietà del coniuge già prima del matrimonio;
– i beni ricevuti per donazione o per successione anche dopo il matrimonio;
– i beni di uso esclusivo o strettamente personale (come ad esempio gli abiti);
– i beni utilizzati per l’esercizio della professione, anche avuto riguardo per l’attività lavorativa effettivamente svolta;
– I beni che hai ricevuti a titolo di risarcimento danni o a titolo di pensione di invalidità lavorativa (fatta eccezione per l’indennità di accompagnamento ex L. 11.2.1980 n.18);
– i beni acquistati mediante la vendita di beni personali.

Tali beni restano, quindi, in ogni caso esclusi dalla comunione legale e sono pertanto inattaccabili da parte dell’altro coniuge in caso di separazione o divorzio.

Più complessa è invece la disciplina che regola i beni liquidi, ovvero il denaro contante giacente sul conto bancario, proveniente dagli stipendi o comunque dai proventi derivanti dall’attività lavorativa di ciascun coniuge. Fin tanto che prosegue la relazione matrimoniale, i proventi sono esclusi dalla comunione. Ciò significa che ciascun coniuge potrà spendere i propri soldi come meglio crede, senza che l’altro possa avanzare pretese o obiezioni. Tuttavia, nel caso in cui i coniugi dovessero separarsi, anche i liquidi ricadrebbero in comunione e saranno pertanto da dividere. Si tratta di una disciplina molto particolare e anche abbastanza paradossale, poiché è come se i risparmi di ciascun coniuge entrassero in comunione solo nel momento stesso in cui la comunione si scioglie.

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