Addebito della separazione e conseguenze

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Esaminiamo le conseguenze dell’addebito della separazione e i motivi per i quali più frequentemente la separazione può essere addebitata al proprio coniuge.

Quando, per l’impossibilità di raggiungere un accordo, una separazione non è raggiunta consensualmente, ciascun coniuge può intraprendere la via della separazione giudiziale e quindi valutare se richiedere anche l’addebito della separazione a carico dell’altro. È una valutazione che deve essere operata anche a prescindere dalle effettive responsabilità e alla luce delle conseguenze che essa può comportare soprattutto sotto il profilo patrimoniale.
Sotto il punto di vista economico, infatti, si dovrà in primo luogo tener conto che la separazione giudiziale, al pari di qualsiasi altro procedimento contenzioso richiederà, rispetto ad una separazione consensuale, tempi e attività molto più rilevanti e, quindi, anche spese legali e costi più elevate. Affinché l’investimento sia proficuo occorre quindi ponderare a quali vantaggi potrà portare.Il primo vantaggio attiene all’obbligo di corrispondere l’assegno di mantenimento: di norma e a prescindere dall’addebito è sempre, ovviamente, il coniuge patrimonialmente più capace a dover corrispondere l’assegno a quello più debole. Questo significa che il coniuge economicamente più debole può generalmente non aver alcun interesse a richiedere l’addebito, dal momento che non ne trarrà alcun beneficio che non otterrebbe altrimenti. Viceversa, è interesse del coniuge con maggior reddito e patrimonio ottenere che l’addebito della separazione sia attribuito all’altro coniuge, affinché questi decada dal diritto a percepire il mantenimento. Il sistema risponde ad una sua logica, ma sotto il profilo umano può portare a conseguenze distorte e spiacevoli. Dal momento che si verte su si questioni patrimoniali, ma strettamente legate a quelle personali, meritano di non essere trascurati anche gli effetti e i traumi psicologici che una richiesta di addebito della separazione può comportare in taluni casi. La richiesta di addebito della separazione comporta, infatti, di per sé un’indagine circa la violazione di quegli obblighi su cui si fonda la comunione materiale e spirituale che si consacra con il vincolo matrimoniale: per ragioni di “vile pecunia” occorrerà, quindi, porre in pubblica piazza, affermare e dimostrare quali cause abbiano portato alla fine della vita coniugale: infedeltà, maltrattamenti e ogni altra violenza, fisica o psicologica consumatasi tra le mura domestiche.Tornando alle conseguenze patrimoniali, occorre inoltre rilevare che:

– il coniuge su cui grava l’addebito della separazione perde i diritti successori, per cui non avrà diritto a percepire alcun lascito in via ereditaria da parte dell’altro coniuge defunto;
– a norma dell’art. 5 della Legge sul divorzio, anche l’addebito della separazione influisce nella determinazione dell’assegno di divorzio (da non confondere con quello di mantenimento che vale per la separazione);

Viceversa, l’addebito della separazione non versa alcun effetto circa:
– il diritto a corrispondere gli alimenti, anche in favore del coniuge “colpevole” (sempre che ne ricorrano gi altri presupposti);
– il diritto a percepire la pensione di reversibilità (anche in questo caso, sempre che ne ricorrano gi altri presupposti)
– il diritto ad ottenere l’affidamento dei figli.

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